In una recente monografia a più mani dedicata a Stanley Kubrick, non solo L'arancia meccanica (A Clockwork Orange, 1971) è uno dei pochi film non analizzati singolarmente, ma in tutto il volume gli sono riservate solo alcune e sparse osservazioni sulla musica o sull'architettura; lo stesso accade nel libro di Sandro Bernardi, nonché nei testi più recenti dedicati al rapporto cinema/pittura, benché si tratti di un film che ha dato un notevole e anticipatore contributo al riguardo.
Casa editrice: Lindau - "Universale Film"
A proposito... "Più di un critico ha trovato nell'Arancia meccanica qualcosa di voltairiano - ovviamente il riferimento va a Candido - oltre che di swiftiano (se non altro perché il cervello viene ribattezzato «gulliver»). Barry Lyndon - ha una vocazione illuminista quasi settecentesca, che pone ogni film su un doppio binario, sospeso fra attualità e astrazione, L'Arancia meccanica, per esempio, è senza dubbio fortemente debitore ai fermenti culturali e storici del suo tempo, ma al tempo stesso, lontano da ogni lettura strettamente sociologica, propone una visione della vita che tende a superarli e recuperarli nel discorso assai più ampio sulla natura umana e sul potere".
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