Un incipit è di per sé la fine. (C. Bene)

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lunedì 28 febbraio 2011

Il diavolo in corpo - Raymond Radiguet [Romanzo, 1923]

Incipit n°7:
Devo aspettarmi dei rimproveri. Ma che cosa posso farci? È forse colpa mia se compii dodici anni qualche mese prima che la guerra fosse dichiarata? Probabilmente i turbamenti provocati da quel periodo straordinario furono d'un genere che non si prova mai a quell'età; ma dato che non esiste nulla di abbastanza forte da invecchiarci malgrado le apparenze, era destino che mi comportassi come un bambino in un'avventura che avrebbe messo in difficoltà persino un adulto.

Titolo originale: Le Diable au corps
Traduzione: Maurizio Enoch
Casa editrice: Newton - "BEN classici"

A proposito del romanzo: "Scritto a soli diciotto anni, 'Il diavolo in corpo' ebbe subito un clamoroso successo: da allora è diventato romanzo di culto per più di una generazione di lettori, un culto rafforzato anche dalle versioni cinematografiche di Autant-Lara, prima, e di Bellocchio, poi. L'autore, ispirandosi in parte a vicende autobiografiche, racconta la 'scandalosa' storia d'amore di un sedicenne e di una giovane signora, Marthe Grangier, sposata a un soldato partito per la Grande Guerra".

mercoledì 16 febbraio 2011

Fuga nelle tenebre - Arthur Schnitzler [Romanzo, 1931]

Incipit n°6:
Bussarono; il consigliere si destò e al suo involontario «Avanti!» comparve subito sulla soglia il cameriere con la colazione, ordinata come sempre per le otto. Il primo pensiero di Robert fu che la sera prima aveva  di nuovo dimenticato di chiudere la porta a chiave; ma non ebbe quasi il tempo di cedere al disappunto per questo nuovo segno di sbadataggine, poiché la sua attenzione fu subito attratta dalla corrispondenza posata sul vassoio della colazione accanto a tè, burro e miele.

Titolo originale: Flucht in die Finsternis
Traduzione: Giuseppe Farese
Casa editrice: Adelphi edizioni - "Piccola Biblioteca"

A proposito del romanzo: "Nella Fuga nelle tenebre, che fu pubblicata nel 1931, poco prima della morte dell'autore (ma la stesura originaria è degli anni 1912-1917), Schnitzler raggiunge la sua massima intensità di narratore. La storia è quella della graduale, consequenziale germinazione di un delirio. Qui il racconto non è, come sempre in Schnitzler, cosparso di accenni al fondo oscuro della psiche, ma in certo modo costringe quel fondo ad apparire in primo piano, sotto una luce fredda e limpida".

martedì 8 febbraio 2011

La ferita dell'aprile - Vincenzo Consolo [Romanzo, 1963]

Incipit n°5:
Dei primi due anni che passai a viaggiare mi rimane la strada arrotolata come un nastro, che posso svolgere: rivedere i tornanti, i fossi, i tumuli di pietrisco incatramato, la croce di ferro passionista; sentire ancora il sole sulla coscia, l'odore di beccume, la ruota che s'affloscia, la naftalina che svapora dai vestiti. La scuola me la ricordo appena.

Casa editrice: Oscar Mondadori - "Scrittori moderni"

A proposito del romanzo: "Pubblicato nel 1963, 'La ferita dell'aprile' è il primo romanzo di Vincenzo Consolo, che già contiene in nuce tutti i temi che gli saranno più cari: affronta consapevolmente il problema del potere in tutte le sue implicazioni, dall'insensatezza dei formalismi ai privilegi, osservati con sguardo irridente, insofferente e caricaturale dal protagonista adolescente, che li interpreta come proiezioni di quel mondo adulto fatto di vuoti e fastidiosi doveri, di dogmatismi, ottusità e iposcrisie cui inevitabilmente anch'egli finirà per approdare".

giovedì 3 febbraio 2011

Il sorriso dell'ignoto marinaio - Vincenzo Consolo [Romanzo, 1976]

Incipit n°4:
E ora si scorgeva la grande isola. I fani sulle torri della costa erano rossi  e verdi, vacillavano e languivano, riapparivano vivaci. Il bastimento aveva smesso di rullare man mano che s'inoltrava dentro il golfo. Nel canale, tra Tìndari e Vulcano, le onde sollevate dal vento di scirocco l'avevano squassato d'ogni parte. Per tutta la notte il Mandralisca, in piedi vicino alla murata di prora, non aveva sentito che fragore d'acque, cigolii, vele sferzate e un rantolo che si avvicinava e allontanava a seconda del vento.

Casa editrice: Oscar Mondadori - "Classici moderni"

A proposito del romanzo: "Non posso dire come Calvino, nella prefazione del 1964 al 'Sentiero dei nidi di ragno', 'Questo romanzo è il primo che ho scritto' poiché 'Il sorriso dell'ignoto marinaio' è per me il secondo, avendo già pubblicato anni avanti il mio, in qualche modo, 'Sentiero', nato certo in ben diverso terreno e in più diverso clima, di esito certo non comparabile, primo romanzo in ogni modo di iniziazione o formazione, 'La ferita dell'aprile'. Secondo romanzo dunque, 'Il sorriso', che è, come sa ogni scrittore, più rischioso forse del primo, poiché consumate esperienza, urgenza, innocenza, libertà, dovrebbe segnare il superamento d'una esposta adolescenza, impostare la voce, confermare la fisionomia dell'autore, determinarne il futuro". (Vincenzo Consolo)