Un incipit è di per sé la fine. (C. Bene)

.

.
.

mercoledì 30 novembre 2011

L'avventura londinese o l'arte del vagabondaggio - Arthur Machen [Romanzo-saggio, 1924]

Incipit n°24: 
C'è una certa taverna, nella parte nord-occidentale di Londra, che è così lontana dal cammino degli uomini e così ben nascosta che solo poche persone ne hanno mai sospettato l'esistenza. È piuttosto distante infatti dalle vie principali del frondoso quartiere una volta familiarmente conosciuto come "The Wood", e inoltre la via secondaria in cui è situata non suggerisce la presenza di alcun locale di pubblico intrattenimento.

Titolo originale: The London Adventure or the Art of  Wandering
Traduzione: Franco Basso
Casa editrice: Giovanni Tranchida Editore - "Le piramidi" - Prima edizione: febbraio 1998

A proposito del romanzo: "Un romanzo-saggio che si snoda lungo percorsi spaziali e temporali nella periferia londinese e a ritroso nel tempo, dagli anni Venti alla fine dell'Ottocento. I diversi piani narrativi convergono in lunghe digressioni che coinvolgono varie discipline, dall'architettura alla teologia, dalla critica letteraria alla storia ecclesiastica, che affrontano un tema particolarmente affascinante: «la scienza della grande città: la fisiologia di Londra; dal punto di vista letterario e metafisico, la materia più grandiosa che mente umana possa concepire»".

lunedì 24 ottobre 2011

Tutto quel nero - Cristiana Astori [Romanzo, 2011]

Incipit n°23:
La guardò. Era sdraiata a terra, avvolta in un abito di pizzo nero che disegnava striature segrete sulla pelle. Le labbra socchiuse. Lo sguardo enigmatico. E quella sciarpa di seta che le fluttuava sul volto e glielo copriva e scopriva in un'onda scarlatta. E poi le mani.

Casa editrice: Arnaldo Mondadori Editore - "Giallo Mondadori"

A proposito del romanzo: "Troppo tardi per i ripensamenti, Susanna,. Non avresti dovuto accettare quello strano incarico, anche perché il compenso era davvero troppo alto. Okay, avevi appena perso il lavoro e l'idea di dare la caccia a una vecchia pellicola scomparsa non ti sembrava male. Fare il topo di cineteca non è mai stato un mestiere rischioso, anche questo è vero. Ma almeno la fantomatica agenzia che ti ha assunta, per conto di un altrettanto misterioso collezionista, avrebbe dovuto insospettirti [...] Be', cara Susanna, ormai e troppo tardi per ripensarci. E attenta a tutto quel nero".


martedì 18 ottobre 2011

Tarantola - Thierry Jonquet [Romanzo, 1984]

Incipit n°22:
Richard Lafargue misurava a passi lenti il viale ricoperto di ghiaia che conduceva al piccolo stagno incastonato nel boschetto che fiancheggiava il muro di cinta della villa. La notte era chiara, una sera di giugno, il cielo costellato da una pioggia di scintllii lattiginosi.

Titolo originale: Mygale
Traduzione: Giovanna De Angelis
Casa editrice: Einaudi - "Stile Libero Noir"

A proposito del romanzo: "Thierry Jonquet, uno dei più importanti innovatori del noir francese, ci catapulta in un incubo senza fine, nell'orrore celato dietro la normalità dell'apparenza, dove la ferocia è marchiata a fuoco nella carne dei protagonisti, e insinua un atroce interrogativo: fin dove può arrivare una persona ferita? Una storia nerissima che affonda nell'ambiguità oscena dei corpi e delle loro identità. Il noir che ha ispirato il film di Pedro Almodòvar 'La pelle che abito' con Penelope Cruz e Antonio Banderas".

venerdì 30 settembre 2011

Il dottor Bilob - Giuseppe Bonaviri [Romanzo, 1994]

Incipit n°21:
Il dottor Giovanni Bilob, un medico sui sessanta anni, di costituzione minuta, quel caldissimo pomeriggio d'agosto era venuto a Roma insieme alla moglie per ritirare l'abito da sposa della figlia Pina offertole, come usanza, dalla suocera.

Casa editrice: Sellerio editore Palermo - "La memoria"

A proposito del romanzo: "Il dottor Giovanni Bilob, medico, durante i preparativi per le nozze della figlia, sul treno che da Roma lo riporta a casa incontra un giovane fisico che lavora a un esperimento per trasformare in musica i suoni che nascono in ogni angolo dell'universo, e parla di strani «cavalli lunari». L'incontro, come l'irrompere del diavolo sulla scena del Maestro e Margherita, eccita la mente di Bilob e lascia che ai suoi occhi prendano rilievo le cifre di una armonia universale, di un'anima del mondo, altrimenti segrete nella vita ordinaria. E come nella mitologia, esse si raggrumano in simboli umani - il venditore di palloncini arabo, saggio e poeta; piccoli dei silvani, o bambini che giocano nel bosco di Paliano; i «cavalli lunari»; un fantasmagorico concerto rock; e soprattutto Angelica, una giovane donna, ostessa, imparentata con la luna. E coincidono, nella festa di nozze, a condurre Bilob, e gli amici convenuti, lungo una piega bizzarra della realtà. Sogno, o favola poetica e magica (ma Bonaviri asserisce il realismo del racconto: «Finita questa storia, verosimile per chi sa meditare, se lettore c'è, ne tragga umori, o suoni, che vuole»), Il dottor Bilob è forse soprattutto un moderno epitalamio, un canto di nozze in forma di racconto".


domenica 18 settembre 2011

L'enorme tempo - Giuseppe Bonaviri [Romanzo, 1976]

Incipit n°20:
In quei tempi raggiungevo Mineo col treno attraverso l'erta di Fildidonna e di Militello, punteggiata di altissime acavi reclinate su siepi di cardi tra cui pascolava qualche mula storna. I viaggiatori erano pochi, intristiti dalla nuvolaglia che piovosa affondava nei seminati striminziti.

Casa editrice: Sellerio editore Palermo - "La memoria"

A proposito del romanzo: "Fu Vittorini a seguire passo passo la nascita e la crescita di questo romanzo. E fu Romano Bilenchi a volere per primo che il romanzo venisse pubblicato. 'L'enorme tempo' apparve nel 1976. Ferdinando Virdia scrisse: «Il vero protagonista non è tanto il giovane medico narrante se stesso, ma il paese, con le sue case e con la sua luce, con le tracce delle innumerevoli generazioni che vi si sono succedute, con la gente viva e con i morti, con gli ammalati, con i vecchi, con i bambini, con gli animali che vivono insieme tra le medesime mura, con i ricordi delle generazioni che ognuno si porta dentro. Il giovane medico ritrova ogni giorno l'antica favola nella presente realtà...»".

giovedì 15 settembre 2011

Il sarto della stradalunga - Giuseppe Bonaviri [Romanzo, 1954]

Incipit n°19:
Io don Pietro Scirè sarto della stradalunga, costretto dall'ozio di questi mesi di fitto inverno, mi propongo di scrivere qualche pagina della mia vita. Finite le feste di Natale in cui i contadini, con le berrette calate sino alle orecchie per il freddo, mi girano attorno o per i calzoni di tricot o per la giacca vechia da rivoltare e rimettere a nuovo, a Mineo, per noi sarti, non resta altro da fare che posare aghi, ovatta e forbici e starcene dietro i vetri della bottega a contare le pietre della strada o andare a sputare tra i tavoli del Caffè dei Benserviti.

Casa editrice: Sellerio editore Palermo - "La memoria"

A proposito del romanzo: "Italo Calvino fu tra i primi lettori del dattiloscritto di questo romanzo. Scrisse a caldo, nel 1952:  «Io mi sono divertito molto a leggerlo. È tutto scritto bene, con una continua inventiva di linguaggio e di spirito. In certi momenti è proprio bello  (il dialogo di due che guardano la luna). È disorganico,  si potrebbe far finire in qualsiasi punto o continuarlo finché si vuole, è un puro arabesco che parte da un materiale neorealistico ma non lo compone in romanzo, lo arzigogola in un affresco statico e continuo, o in una specie di soliloquio». 'Il sarto della stradalunga' usci nei «Gettoni» Einaudi nel 1954. Ne scrisse il risvolto Vittorini".

mercoledì 31 agosto 2011

Tommaso e il fotografo cieco ovvero Il Patatràc - Gesualdo Bufalino [Romanzo, 1996]

Incipit n°18:
Da ragazzo mi piaceva il rumore della pioggia. Soprattutto al mattino, nel dormiveglia, quando confusamente, fra i vapori d'un sogno grigioferro, la sentivo insinuarmisi nelle orecchie con lo strepito d'una voliera; ovvero simulare uno scalpiccio di piedi, di molti piedi, come per una marcia longa o un si salvi chi può.

Casa editrice: Bompiani - "Tascabili Bompiani"

A proposito del romanzo: "Fra un'anestesia e l'altra, fra un by-pass e l'altro, per allegria [...] un grottesco di chiacchiera e azione. Altrimenti: un non-romanzo travestito da iper-romanzo, e viceversa [...] un serpente che si morde la coda: quando tutto sembra finire, tutto sembra ricominciare. Per usare parole grosse, il paratesto entra nel testo e lo confuta. Col maleducato proposito di scoraggiare la credulità del lettore". (G. B.)

domenica 31 luglio 2011

Racconto d'autunno - Tommaso Landolfi [Romanzo, 1946]

Incipit n°17:
La guerra m'aveva sospinto, all'epoca di questa storia, lontano dai miei abituali luoghi di residenza. Due formidabili eserciti stranieri si scontravano allora sul nostro suolo, conducendo una campagna cruenta e che parve infinita alla maggior parte della popolazione, la quale ne fu, come si immagina, direttamente e barbaramente danneggiata.

Casa editrice: Adelphi Edizioni - "Biblioteca Adelphi"

A proposito del romanzo: "Si sa che l'ultima guerra, e in particolare la Resistenza, hanno per lo più dato origine in Italia a storie di «uomini e no», inclini a un'aspra sentenziosità. Nulla di meno congeniale a Landolfi, il quale scrisse febbrilmente la sua storia di guerra (questo Racconto d'autunno) nel 1946, ma giocando su tutt'altra tastiera. Qui un indefinito e sanguinoso conflitto fa da quinta a una vicenda di amore e morte che non sdegna nessuno degli attrezzi scenici del romanzo nero, dal ritratto ominoso agli animali demoniaci. E, al centro, troviamo una dark lady innocente e perversa, evocata per via necromantica, che ci appare una vera concrezione dell'eros landolfiano".

giovedì 30 giugno 2011

Saggio sulla visione degli spiriti - Arthur Schopenhauer [Saggio]

Incipit n°16:
Negli ultimi 25 anni in Germania sono stati riabilitati, come già prima la magia, quegli spettri che erano stati non tanto esorcizzati quanto messi al bando nell'intelligentissimo secolo passato, a dispetto di tutti quelli che l'avevano preceduto. Infatti le prove contro la loro esistenza erano in parte metafisiche e, in quanto tali, poggiavano su un terreno incerto...

Titolo originale: Versuch uber das Geistersehn und was damit zusammenhangt
Traduzione: Francesca Ricci
Casa editrice: Newton Compton - "Tascabili Economici Newton"

A proposito del libro: "La possibilità di comunicare con gli spiriti dei defunti, le loro apparizioni, vere o presunte, hanno sempre colpito e affascinato l'immaginazione degli uomini: qualora le loro manifestazioni fossero vere e credibili, solleverebbero un lembo del velo del mistero che circonda sia il nostro destino terreno che la nostra condizione dopo la morte. In questo breve e suggestivo saggio Arthur Schopenhauer sviscera a fondo l'argomento ed espone le sue teorie in proposito con la profondità e insieme la chiarezza espositiva e l'eleganza dello stile per le quali è famoso. La fusione di razionalità moderna e di profondo rispetto per il mistero rendono questo saggio un gioiello prezioso e unico nella storia del pensiero occidentale".

lunedì 30 maggio 2011

La storia della vecchia nutrice - Elizabeth Cleghorn Gaskell [Racconto, 1852]

Incipit n°15:
Come sapete, bambini miei, vostra madre era orfana e figlia unica. Avrete anche sentito dire che vostro nonno era un uomo di chiesa sù nel Westmoreland, dove io sono nata. Io ero soltanto una ragazzina, e frequentavo la scuola del villaggio, quando un giorno vostra nonna venne a chiedere alla direttrice se c'era qualche alunna disposta a fare la bambinaia.

Titolo originale: The Old Nurse's Story
Traduzione: Pietro Meneghelli
Casa editrice: Newton Compton - "Tascabili Economici Newton"

A proposito del racconto: "Pur essendo nota soprattutto per i suoi romanzi di costume e di critica sociale, la Gaskell fu un'assidua collaboratrice del periodico dickensiano: All the Year Round, dove pubblicò alcuni esemplari racconti del soprannaturale come 'The Grey Woman', 'The Ghost in the Grden Room' e questo 'The Old Nurse's Story', raffinata narrazione neogotica in cui le oscure forze del male sono parte integrante della casa, il suo lato nascosto e rimosso, testimone di crudeltà lontane nel tempo e sepolte nella memoria..."

domenica 29 maggio 2011

Il velo dissolto - George Eliot [Racconto, 1859]

Incipit n°14:
Il momento della mia morte si avvicina. Negli ultimi tempi sono andato soggetto ad attacchi di angina pectoris, e da come vanno queste cose, stando a quel che dice il mio medico, posso sperare che la mia vita non si prolunghi ormai più di qualche mese.

Titolo originale: The Lifted Veil
Traduzione: Riccardo Reim
Casa editrice: Newton Compton - "Tascabili Economici Newton"

A proposito del racconto: "Racconto assai complesso, di raffinata indagine psicologica e ricco di stregate atmosfere, dove ogni effetto viene raggiunto, potremmo dire, «per omissione» (quelle parole sconnesse e affannose della «morta», che nulla spiegano, ma che lasciano intravedere e indovinare, piene di misteriose e terribili allusioni...), 'The Lifted Veil' dimostra quanto George Eliot, pur mantenendo intatto il suo «realismo pessimistico» sempre orientato verso una gelida e sorvegliatissima ironia, conoscesse e fosse disponibile a trattare - a suo modo, s'intende - il genere «nero»".

sabato 30 aprile 2011

Un mistero della campagna romana - Anne Crawford [Racconto, 1887]

Incipit n°13:
A distanza di tempo, la voce di Marcello cerca ora di farsi sentire da me, forse perché dopo anni di lontananza ho incontrato una vecchia conoscenza che ebbe un ruolo nella sua singolare vicenda. Ho una gran voglia di raccontare e ho chiesto a Monsieur Sutton di aiutarmi. All'epoca registrò gli avvenimenti, ed è ben disposto a unire le sue notizie alle mie, affinché Marcello possa essere ricordato.  

Titolo originale: A Mystery of the Campagna
Traduzione: Erberto Petoia
Casa editrice: Newton Compton - "Tascabili Economici Newton"

A proposito del racconto: "Anne Crawford, sorella del più famoso Francis Marion Crawford e di Mary Crawford, non proseguì una vera e propria carriera letteraria. Tuttavia, il suo racconto 'A Mistery of the Campagna', a lungo ignorato negli ambienti letterari inglesi e pubblicato per la prima volta in italiano dalla Newton, rappresenta uno dei più interessanti racconti di vampiri nella decade che precede il capolavoro di Stoker. Il racconto fu pubblicato per la prima volta in Unwin's Annual (1887) sotto lo pseudonimo «Von Degen», assieme alla storia di suo fratello 'By the Waters of Paradise'. Quattro anni dopo, T. Fisher Unwin ristampò il suo racconto, con un'altra novella 'A Shadow on a Wave', nella serie della Pseudonym Library, ancora con lo pseudonimo «Von Degen»".

Il vampiro - John William Polidori [Racconto, 1816]

Incipit n°12:
Nel mezzo delle sregolatezze che accompagnano l'inverno londinese, avvenne che comparisse a vari ricevimenti degli esponenti del bel mondo un nobiluomo, degno di attenzione più per le sue stranezze che per il rango. Osservava con sguardo fisso l'allegria che lo circondava, come se non potesse prendervi parte. Quando la gaia risata di una bella fanciulla attirava la sua attenzione, la gelava con uno sguardo, e incuteva paura in quegli animi in cui regnava la superficialità.

Titolo originale: The Vampire
Traduzione: Erberto Petoia 
Casa editrice: Newton Compton - "Tascabili Economici Newton"

A proposito del racconto: "Anticipatore del più famoso Dracula di Stoker, fu composto nel 1816, la stessa estate in cui fu composto il Frankenstein di Mary Shelley, sulle rive del lago di Ginevra, dove si trovarono a soggiornare, costretti al chiuso della loro dimora da due settimane di piogge torrenziali, anche Byron e Percy Bysshe Shelley. Fu in quell'occasione che decisero dapprima di leggere storie dell'orrore degli scrittori romantici tedeschi, e poi di cimentarsi a loro volta in racconti di questo genere. Nell'opera di Polidori, ventunenne segretario e compagno di viaggio di Lord Byron, il protagonista diventa l'incarnazione perfetta del «Byronic Type», assassino affascinante delle sue amanti. Apparso per la prima volta nell'aprile del 1819 sul New Monthly Magazine, il racconto di Polidori fu attribuito per un errore del direttore della rivista a Lord Byron e, per un ironico scherzo del destino, lo stesso Goethe giunse ad affermare che si trattava del migliore lavoro del poeta inglese".

mercoledì 30 marzo 2011

Malpertuis - Jean Ray [Romanzo, 1962]

Incipit n°11:
La nebbia si squarciò e l'isola, annunciata da lontano dalla furia dei marosi, apparve così terrificante che il marinaio Anacarsi, aggrappato dalla barra, gridò dallo spavento. Già da molte ore la sua tartana, la Fena, correva alla deriva, attratta dalla mortale calamita di quegli scogli mostruosi, percossi dai grandi flutti lividi e coronati dalla collera fiammeggiante dei fulmini.

Titolo originale: Malpertuis
Traduzione: Marianna Basile
Casa editrice: Arnaldo Mondadori Editore - "Horror"

A proposito del romanzo: "In un'antica e rispettabile casa europea si intreccia la storia di un gruppo di personaggi straordinari, mentre avvenimenti terribili rischiano di mandare in frantumi il tessuto della realtà. Malpertuis: qual è il segreto che si nasconde dietro quelle diaboliche mura? Malpertuis: un nome che significa orrore e morte. Tutti abbiamo sempre sospettato, con un angolo della nostra mente, che dietro le più antiche e spaventose leggende si celasse un frammento di verità. A Malpertuis, la casa del terrore, uno dei miti più agghiaccianti dell'umanità sta prendendo forma di nuovo... Questo romanzo è il capolavoro di Jean Ray, lo scrittore che è stato definito l'erede europeo di Lovecraft".

mercoledì 16 marzo 2011

La casa degli invasati - Shirley Jackson [Romanzo, 1959]

Incipit n°10:
Non c'è organismo vivente che possa sopravvivere, senza impazzire, in condizioni di assoluta realtà: anche le allodole e i saltamartini, dicono alcuni, debbono sognare. Hill House, la folle, stava immobile contro le colline, racchiudendo un mondo di oscurità; era rimasta là per ottant'anni e poteva resistere per altri ottanta ancora. Dentro, le pareti continuavano a stare in piedi, i mattoni erano uniti con cura, i pavimenti erano solidi e le porte decisamente chiuse; il silenzio stagnava sul legno e sulle pietre, e la cosa che camminava là dentro, camminava da sola.

Titolo originale: The Haunting of the Hill House
Traduzione: Franco Giambalvo
Casa editrice: Siad edizioni - "I libri della paura"

A proposito del romanzo: "...il lettore si prepari a un'esperienza del tutto nuova in questo campo. Niente catene che si trascinano, niente porte cigolanti, niente apparizioni al chiaro di luna: Shirley Jackson, scrittrice finissima, sa provocare l'orrore con mezzi più sottili, lasciando in noi l'angoscia del dubbio".

sabato 12 marzo 2011

Nero - Tiziano Sclavi [Romanzo, 1992]

Incipit n°9:
Un gorgo di acqua limpida. Un vortice che non dà l'impressione di pericolo, ma piuttosto di serenità, tanto l'acqua è luminosa, scintillante. A un certo punto, una goccia di sangue. Il vortice non ha difficoltà a portarsela via, giù, ma poi eccone un'altra. E un'altra, e un'altra ancora. Le gocce cadono sempre più veloci, l'acqua fatica a rimanere limpida. Finché un vero e proprio fiotto di sangue la sommerge: ora il vortice è rosso.

Casa editrice: Fabbri editori - "La biblioteca della paura"

A proposito del romanzo: "Nero [...] grottesco e spesso cedente all'autocompiacimento, è soprattutto un testo onirico. Tale è l'atmosfera che riesce a trasmetterci, con i suoi flashback e i flashforward, gli stacchi, le dissolvenze, le incongruenze. Con una tensione da "commedia degli errori" [...] Nero ha goduto di una pronta versione cinematografica (1992), diretta da Giancarlo Soldi e prodotta da Claudio Argento, con Sergio Castellitto e Chiara Caselli, che accentua la visione pessimistica di Sclavi e ne mette in evidenza il persistere di un Male generico e diffuso".

giovedì 10 marzo 2011

Film - Tiziano Sclavi [Romanzo, 1974]

Incipit n°8:
La casa era intasata di libri e giornali. Sugli scaloni enormi e bui, nelle camere, nelle cucine, in tutte le stanze, a pile informi e mucchi, i libri e i giornali raggiungevano il soffitto, occupavano quasi tutto lo spazio, formando un labirinto di stretti corridoi dalle pareti di carta. Alle finestre erano inchiodate delle assi e la luce, dalle poche fessure, stranamente non si concentrava in raggi ma si diffondeva uniforme, col suo fioco contrasto rendeva ancora più stabile l'oscurità.

Casa editrice: Fabbri editori - "La biblioteca del brivido"

A proposito del romanzo: "Lo scrissi a diciannove anni, vinse la prima edizione del Premio Scanno e uscì nel 1974 dal Formichiere, una coraggiosa Casa editrice che non esiste più da molto tempo. Ho ritenuto di ripresentarlo così com'era, senza apportarvi modifiche. Se avessi ricominciato a rivederlo, sarebbe andata a finire che l'avrei riscritto. Non mi sembrava giusto stravolgere un testo se non altro curioso perché organizzato come una sequenza di fotostop visivi. Decida il lettore se Film ha solo valore di «reperto archeologico» o conserva, se pure l'aveva, qualche novità". (Tiziano Sclavi)

lunedì 28 febbraio 2011

Il diavolo in corpo - Raymond Radiguet [Romanzo, 1923]

Incipit n°7:
Devo aspettarmi dei rimproveri. Ma che cosa posso farci? È forse colpa mia se compii dodici anni qualche mese prima che la guerra fosse dichiarata? Probabilmente i turbamenti provocati da quel periodo straordinario furono d'un genere che non si prova mai a quell'età; ma dato che non esiste nulla di abbastanza forte da invecchiarci malgrado le apparenze, era destino che mi comportassi come un bambino in un'avventura che avrebbe messo in difficoltà persino un adulto.

Titolo originale: Le Diable au corps
Traduzione: Maurizio Enoch
Casa editrice: Newton - "BEN classici"

A proposito del romanzo: "Scritto a soli diciotto anni, 'Il diavolo in corpo' ebbe subito un clamoroso successo: da allora è diventato romanzo di culto per più di una generazione di lettori, un culto rafforzato anche dalle versioni cinematografiche di Autant-Lara, prima, e di Bellocchio, poi. L'autore, ispirandosi in parte a vicende autobiografiche, racconta la 'scandalosa' storia d'amore di un sedicenne e di una giovane signora, Marthe Grangier, sposata a un soldato partito per la Grande Guerra".

mercoledì 16 febbraio 2011

Fuga nelle tenebre - Arthur Schnitzler [Romanzo, 1931]

Incipit n°6:
Bussarono; il consigliere si destò e al suo involontario «Avanti!» comparve subito sulla soglia il cameriere con la colazione, ordinata come sempre per le otto. Il primo pensiero di Robert fu che la sera prima aveva  di nuovo dimenticato di chiudere la porta a chiave; ma non ebbe quasi il tempo di cedere al disappunto per questo nuovo segno di sbadataggine, poiché la sua attenzione fu subito attratta dalla corrispondenza posata sul vassoio della colazione accanto a tè, burro e miele.

Titolo originale: Flucht in die Finsternis
Traduzione: Giuseppe Farese
Casa editrice: Adelphi edizioni - "Piccola Biblioteca"

A proposito del romanzo: "Nella Fuga nelle tenebre, che fu pubblicata nel 1931, poco prima della morte dell'autore (ma la stesura originaria è degli anni 1912-1917), Schnitzler raggiunge la sua massima intensità di narratore. La storia è quella della graduale, consequenziale germinazione di un delirio. Qui il racconto non è, come sempre in Schnitzler, cosparso di accenni al fondo oscuro della psiche, ma in certo modo costringe quel fondo ad apparire in primo piano, sotto una luce fredda e limpida".

martedì 8 febbraio 2011

La ferita dell'aprile - Vincenzo Consolo [Romanzo, 1963]

Incipit n°5:
Dei primi due anni che passai a viaggiare mi rimane la strada arrotolata come un nastro, che posso svolgere: rivedere i tornanti, i fossi, i tumuli di pietrisco incatramato, la croce di ferro passionista; sentire ancora il sole sulla coscia, l'odore di beccume, la ruota che s'affloscia, la naftalina che svapora dai vestiti. La scuola me la ricordo appena.

Casa editrice: Oscar Mondadori - "Scrittori moderni"

A proposito del romanzo: "Pubblicato nel 1963, 'La ferita dell'aprile' è il primo romanzo di Vincenzo Consolo, che già contiene in nuce tutti i temi che gli saranno più cari: affronta consapevolmente il problema del potere in tutte le sue implicazioni, dall'insensatezza dei formalismi ai privilegi, osservati con sguardo irridente, insofferente e caricaturale dal protagonista adolescente, che li interpreta come proiezioni di quel mondo adulto fatto di vuoti e fastidiosi doveri, di dogmatismi, ottusità e iposcrisie cui inevitabilmente anch'egli finirà per approdare".

giovedì 3 febbraio 2011

Il sorriso dell'ignoto marinaio - Vincenzo Consolo [Romanzo, 1976]

Incipit n°4:
E ora si scorgeva la grande isola. I fani sulle torri della costa erano rossi  e verdi, vacillavano e languivano, riapparivano vivaci. Il bastimento aveva smesso di rullare man mano che s'inoltrava dentro il golfo. Nel canale, tra Tìndari e Vulcano, le onde sollevate dal vento di scirocco l'avevano squassato d'ogni parte. Per tutta la notte il Mandralisca, in piedi vicino alla murata di prora, non aveva sentito che fragore d'acque, cigolii, vele sferzate e un rantolo che si avvicinava e allontanava a seconda del vento.

Casa editrice: Oscar Mondadori - "Classici moderni"

A proposito del romanzo: "Non posso dire come Calvino, nella prefazione del 1964 al 'Sentiero dei nidi di ragno', 'Questo romanzo è il primo che ho scritto' poiché 'Il sorriso dell'ignoto marinaio' è per me il secondo, avendo già pubblicato anni avanti il mio, in qualche modo, 'Sentiero', nato certo in ben diverso terreno e in più diverso clima, di esito certo non comparabile, primo romanzo in ogni modo di iniziazione o formazione, 'La ferita dell'aprile'. Secondo romanzo dunque, 'Il sorriso', che è, come sa ogni scrittore, più rischioso forse del primo, poiché consumate esperienza, urgenza, innocenza, libertà, dovrebbe segnare il superamento d'una esposta adolescenza, impostare la voce, confermare la fisionomia dell'autore, determinarne il futuro". (Vincenzo Consolo)

mercoledì 26 gennaio 2011

Il cavaliere e la morte - Leonardo Sciascia [Romanzo, 1988]

Incipit n°3: 
Quando alzava gli occhi dalle carte, e meglio quando appoggiava la testa sull’orlo dell’alto e duro schienale, la vedeva nitida, in ogni particolare, in ogni segno, quasi il suo sguardo acquistasse un che di sottile e puntuto e il disegno rinascesse con la stessa precisione e meticolosità con cui, nell’anno 1513, Albrecht Durer lo aveva inciso. L’aveva acquistata, molti anni prima, ad un’asta: per quell’improvviso e inconsulto desiderio di possesso che a volte lo assaliva di fronte a un quadro, una stampa, un libro.

Casa editrice: Adelphi edizioni

A proposito del romanzo: "Nel sottotitolo, il romanzo è definito sotie. Si tratta di un genere letterario le cui origini si collocano fra tramonto del medioevo e sorgere del rinascimento: è una satira allegorica in forma di dialogo, ambientata in un mondo pieno di stupidità e follia che parafrasa la stupidità e la follia del mondo dei potenti. Sciascia, assieme a Kundera e Gide, è uno dei suoi massimi esponenti novecenteschi".

martedì 18 gennaio 2011

Il giorno della civetta - Leonardo Sciascia [Romanzo, 1960]

Incipit n°2
L'autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa nel grigio dell'alba, sfilacce di nebbia ai campanili della Matrice: solo il rombo dell'autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle, implorante ed ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l'autobus si mosse con un rumore di sfasciume.

Casa editrice: Fabbri editore - "La grande biblioteca"

A proposito del romanzo: "Ho scritto questo racconto nell'estate del 1960. Allora il Governo non solo si disinteressava del fenomeno della mafia, ma esplicitamente lo negava. La seduta alla Camera dei Deputati, rappresenta in queste pagine, è sostanzialmente, nella risposta del Governo ad una interrogazione sull'ordine pubblico in Sicilia, vera. E sembra incredibile: considerando che appena tre anni dopo entrava in funzione una commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia". (Leonardo Sciascia)

giovedì 13 gennaio 2011

Lo straniero - Albert Camus [Romanzo, 1942]

Incipit n°1:
Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall’ospizio: «Madre deceduta. Funerali domani. Distinti saluti». Questo non dice nulla: è stato forse ieri. L’ospizio dei vecchi è a Marengo, a ottanta chilometri da Algeri. Prenderò l’autobus delle due e arriverò ancora nel pomeriggio. Così potrò vegliarla e essere di ritorno domani sera.

Titolo originale: L'etranger
Traduzione: Alberto Zevi
Casa editrice: Tascabili Bompiani

A proposito del romanzo: "Pubblicato nel 1942, 'Lo straniero', un classico della letteratura contemporanea, sembra tradurre in immagini quel concetto dell'assurdo che Albert Camus andava allora delineando e che troverà teorizzazione nel coevo 'Il mito di Sisifo'".