Un incipit è di per sé la fine. (C. Bene)

.

.
.

giovedì 15 settembre 2011

Il sarto della stradalunga - Giuseppe Bonaviri [Romanzo, 1954]

Incipit n°19:
Io don Pietro Scirè sarto della stradalunga, costretto dall'ozio di questi mesi di fitto inverno, mi propongo di scrivere qualche pagina della mia vita. Finite le feste di Natale in cui i contadini, con le berrette calate sino alle orecchie per il freddo, mi girano attorno o per i calzoni di tricot o per la giacca vechia da rivoltare e rimettere a nuovo, a Mineo, per noi sarti, non resta altro da fare che posare aghi, ovatta e forbici e starcene dietro i vetri della bottega a contare le pietre della strada o andare a sputare tra i tavoli del Caffè dei Benserviti.

Casa editrice: Sellerio editore Palermo - "La memoria"

A proposito del romanzo: "Italo Calvino fu tra i primi lettori del dattiloscritto di questo romanzo. Scrisse a caldo, nel 1952:  «Io mi sono divertito molto a leggerlo. È tutto scritto bene, con una continua inventiva di linguaggio e di spirito. In certi momenti è proprio bello  (il dialogo di due che guardano la luna). È disorganico,  si potrebbe far finire in qualsiasi punto o continuarlo finché si vuole, è un puro arabesco che parte da un materiale neorealistico ma non lo compone in romanzo, lo arzigogola in un affresco statico e continuo, o in una specie di soliloquio». 'Il sarto della stradalunga' usci nei «Gettoni» Einaudi nel 1954. Ne scrisse il risvolto Vittorini".

Nessun commento:

Posta un commento